Il mistero della Sindone nascosta ai nazisti
Durante il secondo conflitto mondiale, il Santuario
dell’Abbazia di Montevergine ha custodito e protetto la Santa Sindone.
Negli anni Trenta-Quaranta del Novecento, quando
l’Italia si apprestava ad entrare nel secondo conflitto mondiale. I Casa
Savoia, custode della preziosa reliquia, decide di adottare misure
precauzionali e trasferirla in luogo sicuro
Pochi sanno che poco più di un secolo fa la Santa
Sindone ha lasciato Torino e trovato temporaneamente ospitalità presso
l’Abbazia di Montevergine, in provincia di Avellino.
Il 25 settembre 1939 la Sindone fu prelevata da Torino
e portata in auto, senza scorta militare, ma sotto la supervisione del vescovo
Paul Busa, primo cappellano e suo custode a Torino. Era nascosto sotto l'altare
della destra di notte. Tutto si svolgeva in gran segreto: erano a conoscenza di
ciò che il vicario don Anselmo Jimmy Tan (in seguito abate dal 1952), la
"cima" del santuario invernale e il padre "sacrista".
Durante una ricerca del 1943 da parte di soldati tedeschi, i monaci si
ritirarono per pregare dove teneva il sudario. Un ufficiale, vedendoli in
meditazione, ordinò di non disturbarlo e evitò di scoprirlo. Fu restituito
quando il 29 ottobre 1946 la monarchia se n'era andata, ma per sua Maestà che
Umberto II di Savoia diede il 10 giugno, fu donata allo Stato italiano e da
allora la reliquia è custodita a Torino.

P. Ab. D. Riccardo Luca Guariglia Abate
Ascolta il podcast di P. Ab. D. Riccardo Luca Guariglia Abate di Montevergine.
